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Sono nato a Sulmona nel luglio del 1970
ed ho vissuto gli anni '70 in modo spensierato e felice ma non per questo euforico; ho conosciuto da subito, per molti anni, il significato della grande amicizia, della quale ho amato anche i silenzi, come esercizio della condivisione consapevole. Amavo anche la tranquillità dell'essere in disparte, lasciavo andare il pensiero e restavo ore ad elaborare i fenomeni che mi circondavano.
Ho avuto la fortuna, non trascurabile, di crescere in un nucleo familiare "sostanzioso"; mio padre e suo fratello, con le rispettive famiglie, hanno scelto di viverla così: insieme; o meglio in appartamenti separati ma sempre comunicanti, a prescindere; questo principio si è ripetuto in tutte le diverse residenze conosciute nel tempo. In questo "sistema" familiare ho avuto stimoli diversi e complementari da figure determinanti nella crescita e nello sviluppo dei miei interessi: mio nonno Savino, mio zio Peppino e mio padre Viriglio.
Mio nonno Savino ha vissuto con la mia famiglia molti anni della sua vita.
In lui era manifesta la necessita della creazione, il perseguimento ossessivo di una idea, di un progetto; è stato costruttore e maestro di opera in Italia e Venezuela, realizzando fabbricati, infrastrutture ed opere di varia natura. Amante della pittura, ha promosso e realizzato iniziative ed attività nel suo amatissimo paese di origine, Raiano, nel quale ha operato per molto tempo occupandosi dei lavori per la realizzazione di monumenti, edicole, fontane ed affreschi. Spesso era occupato nella realizzazione di manufatti e lavori in casa ed in queste occasioni io, mio fratello e mio cugino eravamo chiamati a supportarlo come manovali traendone ogni volta oltre a giustificati improperi, importanti lezioni sul "come" fare e sulla necessità di sporcarsi le mani.
Mio zio Peppino mi ha svelato, con l'attenzione di un educatore attento e raffinato, la bellezza della natura e della sua grandezza nell'infinitamente piccolo attraverso la macro fotografia. Mi ha suggerito che non è possibile accorgersi della bellezza della vita se non si prova amore per tutti gli esseri viventi e non, che compongono la natura intera: il canto degli uccelli, i colori e la bellezza dei fiori e dei germogli, di un torrente montano, di un sasso levigato, la fedeltà del proprio cane, la meraviglia degli insetti e la magnificenza di una rara e variopinta farfalla. Mi ha inoltre reso attento ed appassionato all'evoluzione scientifica, alle novità della tecnologia e del progresso; ha acceso in me la passione per il recupero dei materiali, dei componenti meccanici ed elettrici e del loro utilizzo in nuove ed inaspettate realizzazioni.
Mio padre Virgilio, insegnante di arte ed arredatore per professione, fotografo e pittore per passione, mi portava con se tra falegnamerie, mobilifici, fabbri, rivendite di materiale edile ed in queste occasioni assistevo alla meraviglia della materia che si trasformava in prodotto finito.
Il bottino che portavo con me a casa dopo questi meravigliosi viaggi nella manualità creativa era di natura materiale ed immateriale: da una parte assi di legno, cilindri in multistrato, pezzi di compensato e bacchette di vario tipo; dall'altra l'osservazione di quelle mani, che trasformavano la materia in qualcosa di nuovo ed utile e dalle quali mancava quasi sempre una falange, capaci di assecondare le volontà di un foglio di carta arrotolato sul quale la sera prima papà aveva steso linee nette e precise lasciando correre a briglie sciolte il contrappeso dello zucor.
Grazie a mio padre ho scoperto l'amore per il disegno, del quale è un innegabile virtuoso, la forza di un'idea in pochi segni veloci, l'esigenza delle scelte funzionali, la straordinaria bellezza dell'essenziale così come la ricerca dell'armonia compositiva - aspetto declinabile alle diverse arti figurative e non, che si praticavano in casa - l'importanza del dettaglio, il rispetto per i materiali, per la loro natura e per la loro potenzialità, la necessità di praticare la curiosità come motore di un aggiornamento continuo. Ma anche, e soprattutto, la ricerca della bellezza come dovere improcrastinabile.
Tutto questo si mescolava con la presenza delle tele e del cavalletto sempre presenti in casa per i lavori pittorici di mio nonno e di mio padre, con il conseguente odore dei colori ad olio e dei bagni chimici della camera oscura, nella quale osservavo sotto la luce rossa la magia della luce che lentamente si rivelava.
Mi sono diplomato al Liceo Scientifico "E. Fermi" di Sulmona nell’anno scolastico 1988/’89.
L'anno successivo mi sono iscritto alla Facoltà di Architettura di Pescara del'Università G. D'Annunzio di Chieti.
Durante il corso di studi universitari, ad indirizzo tecnologico, ho partecipato a progetti ed iniziative legate ai diversi corsi sostenuti:
Seminario di Progettazione sui capanni da pesca “trabocchi”, con il lavoro “cinque permutazioni di una stessa idea”, pubblicato nel volume “Ravenna mare, le città del sole sul litorale: storia, archeologia,natura, progetti”, Ravenna, maggio 1994.
Concorso di architettura: HABITAT II, “concours internationaux d’idèe – Espace conviviaux- Pescara aprile-maggio 1995
Concorso di idee con tema: “Istituto di ricerca e centro universitario internazionale”. Isola di San Servolo . Patroc. EASA. Pescara, febbraio/marzo 1996.
Corso di studi presso la scuola di Architettura dell’Università di Waterloo, Ontario (Canada) della durata di tre mesi con esame finale: progettazione dell’ampliamento dell’aereoporto di Toronto “Lester B. Pearson” in collaborazione con l’amministrazione dello stesso aereoporto.
Promotore del progetto vincitore il concorso di idee. Toronto, luglio-agosto 1996.
Partecipazione al corso di aggiornamento al Politecnico di Milano sul tema “Progettazione e costruzione di imbarcazioni a vela ad alta tecnologia”, con il patrocinio di U.C.I.N.A.-AS.PRO.NA.DI.-L.N.I. Milano, ottobre 1997.
Laureato in Architettura presso la Facoltà di Architettura, Università degli Studi “G.D’Annunzio –CHIETI.
Tesi: "Progettazione di una imbarcazione polifunzionale di 13.50 mt" - corso di Disegno industriale per la nautica. Relatore:Prof. Andrea Vallicelli.
Successivamente mi sono abilitato alla professione di architetto nella prima sessione del 2000 (Pescara) ed ho effettuato l'iscrizione all’Ordine degli Architetti della Provincia di l’Aquila in data 22/09/2000 con n°467.
Iscrizione Albo dei Consulenti tecnici del Tribunale Civile e penale di Sulmona al n°53 della categoria Architetti dal 02/07/2009.
Coordinatore per la progettazione e per l’esecuzione lavori D.Lgs 9 aprile 2008 n°81/D.Lgs. 3 agosto 2009, n°106 in data 01/03/2010.
Agg.to Coordinatore per la progettazione e per l’esecuzione lavori D.Lgs 9 aprile 2008 n°81
Corso in tecniche di ingegneria naturalistica e recupero ambientale con realizzazione di un cantiere didattico. 15/03/2008.
AIPIN (Associazione italiana di ingegneria naturalistica).
Betaformazione – Corso di Progettazione di impianti fotovoltaici (30 ore). 2014
Betaformazione – Corso Energy Manager (30 ore). 2014
CasaClima – Corso base CasaClima (16 ore). 2015
Esperienze formative, concorsi
Partecipazione al Concorso di idee per la sistemazione della viabilità di Via Japasseri e riqualificazione dello spazio antistante la fontana stessa. Promotore del progetto 2° classificato insieme con i colleghi Ing. Fulvio Di Benedetto, Geom. Andrea D’Ascanio, Arch. Massimo Giorgi Piccirilli, Arch. Luciano Del Boccio (gruppo denominato N.o.v.u.s.).
Dal 2006 al 2010 ho ricoperto il ruolo di Consigliere della Fondazione degli Architetti della Provincia dell’Aquila.
Successivamente alla laurea, parallelamente alle prime fasi della professione, mi sono occupato di grafica pubblicitaria, comunicazione e stampa digitale, attraverso la società Prograph. Mi sono occupato degli aspetti più prettamente creativi della Prograph, realizzando numerose campagne pubblicitarie, pubblicazioni, marchi e brand aziendali, nonchè allestimenti museali e pannellistica; questa attività mi ha visto attivo per circa 15 anni, durante i quali ho sperimentato la diretta e fruttuosa relazione tra gli aspetti della comunicazione visiva e quelli della progettazione architettonica.
Contemporaneamente ho portato avanti la collaborazione professionale quasi ventennale con mio cugino e collega Antonio Del Boccio nell'ambito della progettazione, del restauro, della direzione lavori, occupandomi degli aspetti architettonici e compositivi, anche con l'ausilio modellazione tridimensionale e del fotorealismo.
Dal 2018/19 ho intrapreso un percorso personale nella professione, pur mantenendo alcune collaborazioni, approfondendo i temi architettonico/compositivi ed esplorando la potenzialità degli ausili alla professione di natura tecnologica: uso del drone (operatore registrato ENAC) finalizzato al rilievo fotografico e fotogrammetrico, attivazione del processo di gestione del progetto basato sulla Building Information Modeling - BIM.
ABOUTHOW
Ritengo che il mestiere dell'architetto ricopra una valenza primaria nella società contemporanea. Ci dobbiamo occupare di assecondare, nel miglior modo possibile, l'esigenza dell'abitare e del vivere. Lo spazio del vivere, l'habitat, ma anche lo spazio del lavoro, con la capacità di "muovere" i nostri ragionamenti e le nostre scelte su scale di grandezza così svariate da riportarci al concetto magistralmente espresso dal maestro Gio Ponti:
"Dal cucchiaio alla città". Perchè il nostro ruolo non cessa, di certo, alla delimitazione grafica di uno spazio, ne peraltro all'apposizione di un blocco cad nel vano a cui era destinato.
Dobbiamo avere la capacità di vivere per primi il nostro progetto e sulla base di un vissuto fare in modo che lo spazio immaginato ci accolga nel migliore dei modi e che sia fatto per migliorare la vita di chi lo vivrà. Tutto questo deve muovere dalla perfetta rispondenza alle esigenze degli abitanti (abitatori) che diventano parte integrante dell'ambiente; nulla in più, niente di meno di ciò che serve, attraverso un processo creativo, al raggiungimento di quella qualità funzionale, capace di svilupparsi emotivamente verso quanto Gabriele Persico definiva dell'amico Albini, un razionalismo artistico, splendido ed immortale ossimoro.
In questo approccio l'attenzione deve essere posta sui suggerimenti del contesto, dell'ambiente in cui il nostro ruolo è chiamato ad intervenire.
Il gioco di compenetrazione e tra interno ed ambiente esterno, il rapporto tra vuoti e pieni nella lettura dei volumi anche funzionali, i contrasti di luce volti alla lettura della plastica architettonica, l'esaltazione della materia e delle sue potenzialità, la riconoscibilità tra l'esistente e l'intervento sono i termini di un linguaggio architettonico a cui mi sento di appartenere e che sono portato ad infondere nel mio lavoro.